Ipogeo dell’ippocampo
a cura di P.Petrini, A. Mandese, M. Petrollini
La nascita di questo termine è dovuta al collegamento tra la parola “Ipogeo” ed il termine plurisignificativo di “Ippocampo”.
L’ipogeo indica qualcosa di “sotterraneo”, ovvero, “che si trova e vive sotto terra” o ancora, che si “sviluppa dentro, sotto, che emerge da sotto, che si sviluppa sotto”. Indicava di solito un tempio, un sepolcro (sepolcri ipogei), ma anche costruzioni sotterranee, a volte riadattate in cavità naturali.
“L’ippocampo è una struttura cerebrale che è essenziale per la creazione della memoria dichiarativa ed episodica – dei ricordi di conoscenze ed esperienze. Senza questa porzione del cervello si vivrebbe in un perpetuo presente, senza memoria degli eventi passati. (J.Panksepp e L.Biven, (2012))
Frisén e colleghi hanno dimostrato che più di un terzo dei neuroni dell’ippocampo vengono regolarmente rinnovati per tutto il corso della vita. Ogni giorno, nell’adulto si aggiungono circa 700 nuovi neuroni per ogni ippocampo, con un ricambio annuale totale che si aggira intorno all’1,75 per cento e che declina solo leggermente con l’età.
Gerd Kempermann (2013) mette in evidenza che la neurogenesi adulta nell’ippocampo, oltre a contribuire alla plasticità del cervello potrebbe avere un ruolo non solo nella sua stabilità, ma addirittura nella sua individualizzazione e quindi nella formazione della personalità.
I ricordi non sono solo evocabili in modo cosciente, a volte vengono all’improvviso e presentano modifiche legate al tempo ed all’oblio. Altre volte sono collegati a stati emotivi e vengono fuori con sensazioni di paura e di difficoltà.
I ricordi non sono inoltre sempre espliciti. Alcuni sono impliciti, inconsci, ma ancora affettivamente in grado di influenzare il comportamento (J. Panksepp e L. Biven, 2012).
L’ippocampo è anche legato strettamente al circuito della paura, e quindi dell’emergere dell’idea, della sensazione, della difficoltà, più o meno cosciente.
L’ippocampo è anche la mitica creatura marina, con la testa e la parte anteriore di cavallo e quella posteriore serpentiforme, terminante in coda di pesce. È frequentemente raffigurato cavalcato dalle Nereidi e dai Tritoni. Gli ippocampi trainano il carro di Teti (madre di Achille) che è la nutrice per eccellenza, dea dell’umidità che “tutto nutre e mantiene”.
Collegando la mitologia con l’anatomia ecco che l’ippocampo “nutre e mantiene” il funzionamento, l’organizzazione, la stabilità della persona e contribuisce alla sua personalità attraverso il ritorno della memoria.
E’ curioso come le idee della mente vengano confrontate con le sensazioni ippocampali, specialmente quelle più profonde, che poi tornano alla memoria, come fosse l’anticamera del cervello, “l’ipogeo dell’ippocampo”.
L’eclettico gioco di parole e di significati mostra quello che è il tentativo di questa collana: spaziare con la mente nella psiche, nella cultura, nella religione, nella memoria e nella vita quotidiana e sociale, tenendo come guida la psicoanalisi, tenendo come traccia i nostri sprazzi di memoria. Dandogli poi un significato di confronto tra i diversi spunti delle personalità e confrontarli con quella che è la realtà, la scienza, la psicoterapia e la psicoanalisi, la religione, la mitologia e la cultura, e specialmente offrendo idee nuove e nuove proposte di incontro e di studio, anche e specialmente con i nuovi colleghi (neogenesi di psicoterapeuti?).
Non solo qui ed ora, ma anche ricerca di cose passate, revisione di miti della psiche e della psicoanalisi, all’interno di un contenitore nuovo e stimolante, anche nel titolo.
La collana, come “l’ipogeo dell’ippocampo”, cerca di far venire fuori la psiconeogenesi delle nuove idee e di nuovi cultori della mente, in questo ci sentiamo di realizzare, senza stress che li ucciderebbe, come nuovi neuroni, un compendio di sviluppo e di crescita legato alla “Scuola della Accademia di Psicoterapia Psicoanalitica” (SAPP)
La nostra idea è quella di dare qualcosa di piccolo e prezioso, come il “cavalluccio marino” per i bambini al mare; qualcosa da tenere, da conservare, da rivedere per ricordare, come un riemergere e sorridere, un far crescere.
Le prime Pubblicazioni della Collana:
I libri raggruppano i preziosi contributi forniti dagli Allievi della SAPP, che hanno analizzando il concetto di Trasformazione facendosi portavoce del modello della Scuola PPM – Processo Psicoanalitico Mutativo, confrontandolo con i capisaldi della Psicoanalisi. Punti di contatto e di rottura e sicuramente punti trasformativi.
Il secondo libro La Trasformazione e Cambiamento in Psicoterapia, con i contributi dei relatori della Tavola Rotonda del I Congresso SAPP: La Trasformazione dell’Anima, della Mente e nella Vita.
Edito da Borla a cura di Piero Petrini , A.Mandese, M.Petrollini
Riferimenti Bibliografici
Jonas Frisén e coll.: Neurogenesi negli adulti? – Lescienze.it – 7 giugno 2013)
Gerd Kempermann, What the Bomb Said About the Brain Science 07 Jun 2013:
Vol. 340, Issue 6137, pp. 1180-1181 DOI: 10.1126/science.1240681
J.Panksepp e L. Biven, (2012) Archeologia della mente, Raffaello Cortina Editore Milano (2014).