Tra gli argomenti che vengono affrontati dalla Scuola dell’Accademia di Psicoterapia Psicoanalitica c’è il PPM, il processo psicoanalitico mutativo. Si tratta di un approccio che eleva l’intersoggettività a fattore indispensabile nell’ambito della relazione analitica, dal momento che l’accesso al mondo intrapsichico dei pazienti è reso possibile proprio dall’intersoggettività, che contribuisce anche alla formazione e allo sviluppo del funzionamento interpsichico che si instaura tra il terapeuta e il paziente. Occorre, a tal proposito, imparare a comprendere quella parte del soggetto che non è interna ma esterna: una comprensione che deve essere sia di carattere neuroscientifico che di natura psicoanalitica, e che non può prescindere dal legame con le altre persone.
Nel contesto del PPM, processo psicoanalitico mutativo, l’analisi e l’esplorazione dei passaggi transoggettivi e intersoggettivi, che sono assicurate da relazioni inconsce con le precedenti generazioni, concernono sia il campo psicoterapico che quello psicopatologico e sociale. Il modello teorico di riferimento della Scuola dell’Accademia di Psicoterapia Psicoanalitica trae ispirazione dalla teorizzazione freudiana, ma integra anche diversi contributi psicoanalitici di epoca più recente.
La stessa denominazione deriva dalla considerazione di una stretta correlazione tra il mondo relazionale e il mondo intrapsichico. Questo rapporto presuppone un influenzamento continuo che non agisce in modo univoco ma opera in tutte e due le direzioni. L’investigazione psicoanalitica mutativa costituisce la fase preliminare del processo: in questo passaggio ci si concentra in modo particolare sulla crisi dell’equilibrio psichico. Il paziente, sin dalla conclusione del primo colloquio, viene indotto a un mutamento di funzionamento psichico: ciò è possibile perché ci si trasferisce dal livello dell’agire al livello del pensare. Il processo di trasformazione che contraddistingue tutto il processo psicoanalitico mutativo non coinvolge unicamente il paziente, ma riguarda in modo imprescindibile la coppia che egli compone con il terapeuta. L’insegnamento di questa tecnica viene proposta dalla SAPP sin dal primo anno.